DA DOVE INIZIARE

Da Il PICCOLO Faenza - il settimanale di informazione e cultura della Diocesi di Faenza-Modigliana - n. 20 del 29 maggio 2015
https://drive.google.com/file/d/0B1RT1nrJUNCTY3NXNzFMNkVGY28/view?usp=sharing
“Chi ben comincia è a meta dell'opera”, recita il proverbio. L'opera da portare a termine è l'iniziazione alla vita cristiana delle nuove generazioni. Un'opera di grande responsabilità che richiede “operatori” più che preparati. Tutti gli ultimi documenti delle Autorità ecclesiastiche raccomandano come impegno imprescindibile la formazione degli educatori.
È senz'altro la prima opera da mettere in programma.

Quali educatori sono interessati?
In genere si pensa ai “catechisti”. In realtà tanti vuoti nell'educazione alla vita di fede dei ragazzi non dipendono solo dai catechisti.
«Come affermato, l’evangelizzazione è compito di tutti i battezzati, ma all’interno delle nostre comunità ecclesiali sempre più si manifesta la necessità di formare uomini e donne capaci di portare il Vangelo negli ambiti di vita ordinaria  per esempio nello sport, nel sostegno all’attività scolastica, nel teatro, nella musica, nei social network  che intercettano l’interesse di molti ragazzi e ragazze. Tale urgenza diviene ancora più evidente se tali attività si svolgono in strutture parrocchiali». (IG 66)

Chi è l'evangelizzatore?
«L’evangelizzatore è un cristiano adulto, cittadino responsabile, capace di narrare e motivare la propria vicenda di fede e di raccontare la sua esperienza di Cristo, radicata nell’appartenenza ecclesiale. Egli è un annunciatore della Parola che dona la gioia, mediatore di un’esperienza ecclesiale ampia e positiva, accompagnatore leale e affidabile nei passaggi fondamentali della vita di quanti gli sono affidati. Non deve conoscere tutto, ma sa che il Vangelo è capace di illuminare ogni dimensione umana.
In particolare, gli si chiede di sapere operare la sintesi tra la sua esperienza di fede e l’ambito di vita in cui è chiamato ad operare: questa interpella il dono di sé e la maturità psico-affettiva, il rapporto con i beni in una logica responsabile e solidale e quello con le dimensioni del potere, del successo e dell’affermazione personale». (IG 66)

• Comunità cristiana
Il documento “Incontriamo Gesù” citando il “Rinnovamento della Catechesi” così si esprime: “«Prima sono i catechisti e poi i catechismi; anzi, prima ancora, sono le comunità ecclesiali. Infatti […] non è pensabile una buona catechesi senza la partecipazione dell’intera comunità». Vogliamo ribadire con forza questa convinzione, con cui si concludeva il DB: l’opera dell’annuncio e della catechesi è espressione – prima ancora che di persone preparate per questo servizio – dell’intera comunità cristiana.
«[...] La comunità cristiana è l’origine, il luogo e la meta della catechesi. È sempre dalla comunità cristiana che nasce l’annunzio del Vangelo, che invita gli uomini e le donne a convertirsi e a seguire Cristo. Ed è la stessa comunità che accoglie coloro che desiderano conoscere il Signore e impegnarsi in una vita nuova»”. (IG 28)

• Il ruolo insostituibile dei genitori
“Si è ampiamente sottolineato – anche in questi Orientamenti – il compito insostituibile della famiglia nella crescita integrale della persona e del credente. I genitori, infatti, «ricevono nel sacramento del matrimonio la grazia e la responsabilità dell’educazione cristiana dei loro figli».
D’altra parte, non si può non tener conto della situazione di sofferenza di molte situazioni matrimoniali, nonché della fragilità umana e culturale di non poche famiglie che, pur mantenendo un qualche legame con la Chiesa, non riescono più ad adempiere al compito di trasmissione della fede. I percorsi di iniziazione per bambini e ragazzi possono diventare per molti genitori l’occasione di un nuovo incontro con la bellezza del Vangelo e con la comunità cristiana. Questa opportunità richiede di  intessere relazioni continuative e operose tra i genitori e le altre componenti della comunità ecclesiale... La realtà familiare e l’amore dei genitori verso i figli sono l’ambito naturale e primordiale nel quale la proposta di fede è chiamata a manifestare il suo carattere di promessa, di speranza e fiducia nell’affrontare la vita”. (IG 69)

• Padrini e madrine, accompagnatori della fede
“Se i genitori vanno riconosciuti come primi educatori della fede dei loro figli, i padrini e madrine hanno la responsabilità di collaborare con loro per accompagnare i bambini e i giovani loro affidati. Grande cura andrà, quindi, riservata a quanti, all’interno dell’ambiente familiare o comunitario, possono essere scelti per rivestire tale ruolo: lungi dallo svilirli a livello pratico, si tratta di prepararne la scelta, la qualificazione e la valorizzazione. A questo scopo, a seconda delle risorse della comunità, possono essere pensati percorsi essenziali di preparazione insieme ai genitori, affinché i candidati a essere padrini riflettano sull’assunzione di responsabilità connessa con questo ruolo e sulla loro testimonianza di fede. Anche a questo proposito, si è ben consapevoli delle difficoltà emergenti dalla concreta situazione pastorale, a volte inesorabilmente tentata di vedere nella richiesta della presenza dei padrini una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale in cui rimane ben poco visibile la dimensione di fede”. (IG 70)
La prossima volta parleremo dei catechisti. Ma era importante sottolineare il fatto che il servizio dei catechisti sarà efficace a condizione che non siano lasciati soli in una missione così importante e che i catechisti non pensino di poter fare da soli.

per l'Ufficio Catechistico
           don Antonio Taroni
donantonio.taroni@alice.it

(5-continua)