Da Il PICCOLO Faenza - il settimanale di informazione e cultura della Diocesi di Faenza-Modigliana - n. 19 del 22 maggio 2015
Ci sono persone che hanno
un cassetto dove tengono la fede, uno per il lavoro, uno per il tempo libero,
uno per la cultura, uno per i sentimenti e così via... Quando questi
contenitori non sono comunicanti ci si trova di fronte a persone piuttosto
incoerenti: cristiani in chiesa, disonesti nel lavoro, libertini nel
divertimento, alla mercé di tutti nelle opinioni.
Per questo, chi ha il
compito di formulare gli obiettivi, deve tenere conto di tutte le dimensioni
della persona, intelletto, affettività, volontà, socialità, e di tutti gli
aspetti della personalità cristiana: conoscenza, ecclesialità, moralità,
missionarietà, per far sì che dall'attività educativa cristiana ne esca un
cristiano coerente che cioè pensa, sente e vive come cristiano, un cristiano
integrale.
Riprendendo il Documento
di base della catechesi in Italia, vediamo quanto sia fondamentale una
sincronizzazione degli aspetti che permettono di raggiungere la meta
prefissata.
Il documento citato
individua quattro elementi - indispensabili per una personalità veramente
cristiana - che devono essere tenuti presenti al momento di formulare gli
obiettivi.
• Una conoscenza sempre più
profonda e personale (RdC nn. 39 - 41) (= profezia
o annuncio della Parola). La mentalità di fede poggia su una viva conoscenza
personale di Cristo e del suo Vangelo. Conoscenza che parte da un messaggio
ricevuto (=obiettivo intellettivo; esempio: quale idea devo far passare?).
Entra nel sistema dei valori della persona in modo che questa idea divenga un
valore su cui costruire la propria vita (=obiettivo affettivo; esempio: come
fare perché quell'idea sia un valore per quella persona?). Inoltre occorre che
quel valore sia messo a disposizione del bene comune (=obiettivo sociale;
esempio: come quel valore può cambiare il comportamento in relazione al
prossimo?).
• Iniziazione
alla vita ecclesiale (RdC nn. 42 - 48) (= liturgia
o celebrazione comunitaria della fede). La mentalità di fede si sviluppa nella
iniziazione alla vita ecclesiale.
• Una
mentalità profondamente universale (RdC nn. 49 - 51) (=
koinonìa o vita di comunità e apertura agli altri anche in senso
missionario). Un'autentica mentalità di fede ha la larghezza di cuore di
Cristo.
• Integrazione
tra fede e vita (RdC nn. 52 - 55) (= diaconia o apertura all'amore fraterno e al
servizio). Maturare nella mentalità di Cristo è integrare fede e vita.
Parlavamo la
volta scorsa degli obiettivi come dei gradini di una scala che porta al “piano
superiore”. Ora il punto di partenza per la formulazione degli obiettivi è la
reale situazione del gruppo che si ha davanti. Si tratta di individuare il
primo passo possibile, poi, fatta una verifica per capire se l'obiettivo è
raggiunto, si valuta il secondo passo e così via procedendo. È importante avere
chiaro che i quattro elementi generali elencati sopra, devono essere presi in
considerazione contemporaneamente.
L'Ufficio
Catechistico Diocesano, secondo quanto indica il documento “Incontriamo
Gesù”, ha fra i suoi compiti «... l’analisi della situazione locale circa
l’educazione della fede; elaborare un programma, in stretta connessione con le
indicazioni del vescovo, che proponga obiettivi, orientamenti chiari e azioni
concrete.... Sotto l’impulso e la vigilanza del vescovo, spetta all’UCD coordinare
il lavoro che porta alla redazione o all’aggiornamento del progetto diocesano di catechesi, inteso come offerta catechistica
globale di una Chiesa particolare, che integra, in modo articolato, coerente e
coordinato, i diversi processi catechistici proposti dalla diocesi ai
destinatari delle differenti età della vita» (IG 88).
Per questo,
abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere la collaborazione delle parrocchie
per la formulazione di finalità e obiettivi per il cammino di iniziazione alla
vita cristiana. Ciò è utile per facilitare l'attività dei catechisti; è
necessario per i ragazzi che, trasferendosi da una parrocchia a un'altra,
possono riconoscere un cammino già intrapreso; è indispensabile per l'Ufficio
Catechistico perché possa offrire occasioni di incontro e di formazione utili
per i catechisti e predisporre sussidi/strumenti che sostengano gli educatori
nella loro importante missione.
Purtroppo al
momento non abbiamo ricevuto riscontri alla traccia di un possibile cammino
che abbiamo distribuito a tutte le parrocchie. Ci auguriamo che ci possano
giungere almeno entro la fine dell'anno catechistico.
Certamente questo modo di procedere richiede molta
pazienza e umiltà. Se il cammino porta i ragazzi ad accogliere Gesù nella loro
vita e a seguirne il comportamento, avremo fatto loro il dono più grande. La
nostra ricompensa sarà senz'altro pronta nelle mani del Signore.
per l'Ufficio Catechistico
don Antonio
(4 continua)