CATECHISTA CHI SEI? - 2

Da Il PICCOLO Faenza - il settimanale di informazione e cultura della Diocesi di Faenza-Modigliana - n. 34 del 21 settembre 2018

CATECHISTA TESTIMONE DELLA BUONA NOTIZIA
"L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, è perchè sono testimoni. Egli prova in effetti una istintiva avversione per tutto ciò che può apparire come inganno, facciata, compromesso. In questo si comprende l'importanza di una vita che risuona veramente del Vangelo!". Un famoso passaggio, questo, del discorso fatto da papa Paolo VI ai membri del Pontificio Consiglio per i laici nell'ottobre del 1974 e ripreso l'anno successivo nell'Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi più che mai attuale.
SARETE MIEI TESTIMONI (cfr. Atti 1,8)
Certo, con il Sacramento della Confermazione ogni cristiano è "consacrato" testimone di Cristo. Non vi è dubbio, tuttavia, che quella del catechista è una figura di primo piano della Chiesa: il suo non è un ruolo di poca importanza, rivolto a bambini/ragazzi per prepararli a un sacramento. Il Catechista è un testimone che parla in prima persona di cose che fanno parte della sua esperienza di fede e racconta con la sua vita ciò che "ha visto" e di cui è stato "reso partecipe".
"Quello che noi abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi [...]". (cfr. 1Gv 1,1-3)
"[...] Testimone di Cristo Salvatore, ogni catechista deve sentirsi e apparire, lui pure, un salvato: uno che ha avuto non da sé, ma da Dio, la grazia della fede, e si impegna ad accoglierla e a comprenderla, in un atteggiamento di umile semplicità e di sempre nuova ricerca.
Educatore dei fratelli nella fede, egli è debitore verso tutti del Vangelo che annuncia; dalla fede e dalla testimonianza di tutti egli si lascia a sua volta "educare". (Rinnovamento della Catechesi, 185).
"[...] Oltre a conoscere adeguatamente il messaggio che espone, egli ne è segno visibile, mediante la sua vita. Quanti lo ascoltano devono poter avvertire che, in certo modo, i suoi occhi hanno visto e le sue mani hanno toccato; dalla sua stesa esperienza devono ricevere luce e certezza" (RdC, 186).
DIVENTARE TESTIMONI 
E papa Francesco ai partecipanti al Congresso internazionale sulla catechesi dice: "Ricordatevi quello che Benedetto XVI ci ha detto: 'La Chiesa non cresce per proselitismo. Cresce per attrazione'. E quello che attrae è la testimonianza. Essere catechista significa dare testimonianza della fede; essere coerente nella propria vita. E questo non è facile. Non è facile! Noi aiutiamo, noi guidiamo all'incontro con Gesù con le parole e con la vita, con la testimonianza" (27 settembre 2013).
"I catechisti sanno che non diventano maestri che ripetono nozioni acquisite, ma camminano nel discepolato, dove la lunga esperienza di ascolto abilita ad accogliere la Parola nell'oggi della Chiesa e dell'uomo, assieme ai propri fratelli, per favorirne la comprensione e la fruttuosità. La cura per personali momenti di preghiera, di docile ascolto della Parola, di cordiale scambio ecclesiale e di accordo con i pastori è via normale e indispensabile per mantenere vero il proprio servizio, vincolando al suo fondamento evangelico che è il discepolato nella Chiesa" (Orientamenti e itinerari di formazione dei catechisti. Sussidio pastorale, 1991).
Ai giovani dell'Umbria stipati nel piazzale della basilica di Santa Maria degli Angeli: "Sapete che cosa ha detto Francesco una volta ai suoi fratelli? Predicate sempre il Vangelo, e se fosse necessario anche con le parole! Ma come? Si può predicare il Vangelo senza le parole? Sì! Con la testimonianza! Prima la testimonianza, dopo le parole!" (Papa Francesco, 6 ottobre 2013).

don Antonio
per l'Ufficio Catechistico