CATECHISTA CHI SEI? - 3

Da Il PICCOLO Faenza - il settimanale di informazione e cultura della Diocesi di Faenza-Modigliana - n. 35 del 28 settembre 2018

CATECHISTA ANNUNCIATORE DI CRISTO NELLA CHIESA
"Ricordatevi che l'educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l'arte e non ce ne mette in mano le chiavi". (S.Giovanni Bosco)
"La costante preoccupazione di ogni catechista - quale sia il livello delle sue responsabilità nella Chiesa - deve essere quella di far passare, attraverso il proprio insegnamento e il proprio comportamento, la dottrina e la vita di Gesù. Egli non cercherà di fermare su sé stesso, sulle sue opinioni e attitudini personali, l'attenzione e l'adesione dell'intelligenza e del cuore di colui che sta catechizzando; e, soprattutto, non cercherà di inculcare le sue opinioni e opzioni personali, come se queste esprimessero la dottrina e le lezioni di vita del Cristo.
Ogni catechista dovrebbe poter applicare a sé stesso la misteriosa parola di Gesù: la mia dottrina non è mia ma di colui che mi ha mandato". (Giovanni Paolo II nella Esortazione apostolica Catechesi Tradendae al n.6).

RIPARTIRE DA CRISTO
"Ed 'essere' catechisti chiede amore, amore sempre più forte a Cristo, amore al suo popolo santo. 
E questo amore non si compra nei negozi, non si compra qui a Roma neppure. Questo amore viene da Cristo! E' un regalo di Cristo! E' un regalo di Cristo! E se viene da Cristo parte da Cristo e noi dobbiamo ripartire da Cristo, da questo amore che Lui ci dà.  
Che cosa significa questo ripartire da Cristo per un catechista, per voi, anche per me, perché anch'io sono catechista? Cosa significa? Ripartire da Cristo significa avere familiarità con Lui, avere questa familiarità con Gesù. Lui stesso lo raccomanda con insistenza ai discepoli nell'Ultima Cena, quando si avvia a vivere il dono più alto di amore, il sacrificio della croce.
Gesù utilizza l'immagine della vite e dei tralci e dice: rimanete nel mio amore, rimanete attaccati a me, come il tralcio è attaccato alla vite. Se siamo uniti a Lui possiamo portare frutto, e questa è la familiarità con Cristo. Rimanere in Gesù! E' un rimanere attaccati a Lui, dentro di Lui, con Lui, parlando con Lui: rimanere in Gesù. [...]
Ripartire da Cristo significa imitarlo nell'uscire da sé e andare incontro all'altro. Questa è un'esperienza bella, e un po' paradossale. Perché? Perché chi mette al centro della propria vita Cristo, si decentra! Più ti unisci a Gesù e Lui diventa centro della tua vita, più Lui ti fa uscire da te stesso, ti decentra e ti apre agli altri. [...]
Ripartire da Cristo significa non aver paura di andare con Lui nelle periferie". (papa Francesco ai partecipanti al Congresso Internazionale sulla catechesi, settembre 2013).

MANDATI DALLA CHIESA
Per non cadere nella tentazione di annunciare sé stessi, quello che ci piace, come se fossimo noi i salvatori è necessario tenere sempre presente che siamo inviati da una comunità di cui siamo rappresentanti.
Gesù invia i discepoli a due a due non per una maggiore efficienza, ma perché sia chiaro che il discepolo appartiene a una comunità ed è essa che si muove.
La Chiesa non è un gruppo di amici che si mette insieme perché simpatici. E' una comunità di fratelli tenuti insieme dall'amore incondizionato di Dio.
Anche se è fatica vivere in comunità, per esseri veri come catechisti, dobbiamo essere espressione di una comunità. Il cristianesimo può essere vissuto solo in comunità.

don Antonio
per l'Ufficio Catechistico